È difficile sapere come si comporta e che cosa faccia un lavoratore dipendente al di fuori degli orari di reperibilità, cioè oltre le fasce orarie da rispettare in caso di malattia. Non per tutti è chiaro quali siano gli strumenti che il datore di lavoro può usare e le frecce al suo arco per verificare che il lavoratore sia davvero assente per malattia. Oltre alla visita medica di controllo da parte del medico dell’INPS, un datore di lavoro ha un po’ le mani legate. Spesso succede che non tutte le richieste di visite mediche riescano a essere evase perciò alcuni lavoratori riescono a farla franca come avevano d’altronde programmato.

C’è chi è a casa senza alcun problema di salute e riposa tranquillamente, altri invece vanno a spasso invece di andare al lavoro, c’è addirittura chi va in villeggiatura, mentre altri svolgono una seconda attività lavorativa in nero. Moltissime di queste situazioni sono state portare alla luce grazie all’intervento di un valido investigatore privato a Roma il quale è in grado di raccogliere le prove affinché il datore di lavoro possa procedere con il licenziamento per giusta causa.

Infatti, tante volte il datore di lavoro ha il problema di raccogliere le prove. Verificare il comportamento del lavoratore dipendente che dovrebbe esser a casa malato è piuttosto facile, ma il difficile è avere in mano prove schiaccianti per un giusto licenziamento che possano esser poi legittime e producibili se si dovesse andare a processo davanti al giudice.

Forse non tutti sano che nel caso in cui un lavoratore dipendente in malattia, vera o finta che sia, dovesse avere un comportamento che comprometta la sua guarigione, è altrettanto passibile di giusto licenziamento. È un fatto che sanno in pochissimi ma che invece è determinante. Infatti, se un lavoratore è infortunato e quindi a casa malato, è evidente che non può svolgere attività che pregiudicano la guarigione. Per esempio, mettersi a far lavori fisici o sport con un ginocchio fasciato, non è consigliabile. Anzi, è periglioso.

Di Editore